Categoria “Piccoli Poeti”
I Premio
“Io”
Io sogno di giorno
Io parlo da solo
Io corro da fermo
Io prendo le mie mani
Io parto per le vacanze
Io esco dalla tomba
Benedetto Cicini Nobilia (Roma)
Categoria “Canzoniere”
I Premio
“Poetica”
La poesia è un mistero
non sai mai cosa scrivere
o cosa esprimere,
se odio e speranza
o amore e felicità
ingannando l’autore
nell’oscurità magnanima
ma ecco che una piccola scintilla
inizia a brillare
e cominci a scrivere ininterrottamente
senza renderti conto
di essere sorella di Dante
che per me,
è una figura che cerca dell’amore
un amico,
ancora in cerca di passione.
Martina Albanese (Pozzilli – IS)
Categoria “Canzoniere”
II Premio
“L’Amore Vince Tutto”
Vivere senza amore
ti mette di malumore,
sempre col broncio da mattina a sera
il sorriso è una rarità passeggera.
Invece con l’amore nel cuore
puoi superare ostacoli e magari un dissapore
nato per un’incomprensione
che ha portato agitazione.
L’amore è gioia, felicità e pace
col fratello il conflitto tace.
Allora l’amore vince tutto,
la guerra non porta frutto!
Martina Albanese (Pozzilli – IS)
Categoria “Ragazzi”
I Premio
“Primavera”
Degli alberi i rami son già in fiore,
un dolce profumo per l’aria si spande
e nelle strade si riversan bande
di ragazzi affamati d’amore.
Ovunque è april, men che nel mio cuore,
circondato da gelide ghirlande
del ghiaccio d’inverno, che è sì grande
da respinger del Sole il calore,
assieme a qualunque tentativo
di riscaldare un poco il mio petto,
freddo come di un morto le ossa.
Ed infatti, a ogni passo o mossa,
mi sento come chi ha bara per letto:
un morto già sono, e mai fui vivo..
Antonio Lariccia (Avellino)
Categoria “Ragazzi”
II Premio
“Quando vive, l’uomo sogna”
Sogna il ricco il proprio oro
che tanti affanni gli procura,
e il villan l’arduo lavoro
che dall’alba al vespro dura.
Sogna il guerriero le battaglie
colme di sangue e di furore;
il cacciatore le boscaglie
e del cervo corna e cuore.
Sogna il dottor le grandi folle
dei pazienti da curare.
Sogna il matto di esser folle
e di far gli altri tremare.
Sogna il guitto il rosso sipario
che infin cala sulla scena
di quel mondo buffo e vario
dove s’agita e dimena.
Nulla cambia all’or della sveglia:
quel che ognun con forza agogna
vede in sonno come in veglia,
ché quando vive, l’uomo sogna.
Antonio Lariccia (Avellino)
Categoria “Ragazzi”
III Premio
“I tuoi monti”
(Da un ascolto della Sonata no. 5 op. 53 di A. Scriabin)
Pioggia sei e piovi:
Come bagni la mia essenza
dolcemente scivolo
tra le tue colline;
e vengo cullato dalla tua
natura materna
e riposo in silenzio;
odo la vita ritmarsi
trionfante sotto di me:
sto ascoltando il suono della Terra.
Dormo, amore,
tra i tuoi monti sensuali,
e assieme a te son
roccia eterna.
Matteo Puya Ghorbani Sheikhneshin (Terranuova Bracciolini – AR)
Categoria “Adulti”
I Premio
“Ti ho visto”
Ti ho visto intriso di dolore,
gli occhi spenti incollati a terra,
le membra dilaniate,
tra palazzi sventrati a Kiev.
Ti ho visto tra i boati di esplosioni,
inghiottito dalle macerie
come brandello usato,
mentre stringevi nel pugno terra di Palestina.
Ti ho visto mentre carezzavi
grida di bimbi impauriti nella notte,
invasa dalle bombe intelligenti
nel cielo di Baghdad.
Ti ho visto tra le preghiere dei migranti,
mentre l’eco della tempesta,
s’infrangeva sugli scogli
annegato in mare fra mille inermi creature.
Ti ho visto nell’eco delle pietre d’inciampo,
deportato nei campi di sterminio,
ridotto in cenere, senza dignità,
fluire nella Storia che inesorabile si ripete.
Urla mute di un’Umanità ferita
che mordono la coscienza,
e si confondono con il rumorio del Mondo,
lasciandoci alla deriva.
Ti ho visto, lo sguardo muto, incollato al telegiornale,
nella anestesia indifferente del Mondo,
impotente dinanzi all’orrore
e sazio di miraggi senza un domani.
Cinzia Manetti (Poggibonsi – SI)
Categoria “Adulti”
II Premio ex aequo
“I Bambini di Aleppo”
«Là dove hanno fatto il deserto,
lo hanno chiamato pace».
Publio Cornelio Tacito, La vita di Agricola.
Cantano ancora i bambini di Aleppo
ora che la coperta è calda nella notte,
il rombo cupo non fa più paura
è suono che prelude al temporale,
le ombre s’allungano nella stanza
senza avvolgere il viso delle bambole.
Hanno ancora negli occhi il rogo
delle case e nelle mani piaghe di paura
col filo spinato ancora tra le dita
e la borraccia a tracolla semivuota.
Hanno visto il fuoco della pelle
marchio d’infamia dei vinti, memoria
della viltà e del silenzio dei forti.
Nascondono un fiore dentro il diario
per segnare i giorni trascorsi
a contare il silenzio delle grida.
Ah, com’è triste il giorno senza voci,
ogni silenzio è una croce nel mio cuore.
Canteranno ancora i bambini di Aleppo
nella Valle di Elah, verso il giardino
dei ciliegi in fiore.
Pietro Catalano (Roma)
Categoria “Adulti”
II Premio ex aequo
11 Febbraio, la valle e l’aurora
Ad Amelia Rosselli, musicista, poetessa e traduttrice
dell’opera di Sylvia Plath alla quale si sentiva intellettualmente ed emotivamente legata.
Entrambe morirono per suicidio l’11 febbraio,
nel 1963 la Plath, nel 1996 la Rosselli.
Sylvia, me ne vado
e lo faccio senza far rumore
come fossi nube o polline di maggio,
una goccia di rugiada,
la neve o un raggio.
Me ne vado
perché son satura di pioggia fino al cuore,
lascio al vento i miei sogni,
le mie ottave e il mio tremore.
Me ne vado,
volo via da questo mondo
che si esprime solo in prosa,
e diverrò eterna come un verso,
come una rosa.
Sylvia presto saremo intrecciate
come fili di cotone
e ogni nostro sentire si farà parola,
tu sarai valle ed io l’aurora.
“Perdonatemi, perdonatemi,
perdonatemi,
vi amo”.
Luciano Giovannini (Roma)
Categoria “Adulti”
III Premio
“Se ci fossi stato”
So che se ci fossi stato
mi avresti preso per mano
e accompagnato nel mio
ultimo pezzo di strada
Avresti riso delle mie gioie
e sofferto dei miei dolori
avresti sorriso delle mie nevrosi
e consolato le mie paure
Avresti guardato con affetto
anche le mie rughe
e il mio incedere incerto
Mi avresti amato…
Ma non ci sei stato
e ora mi manchi
figlio mai nato.
Luciana Battista (Gorgonzola – Milano)